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Il popolo venezuelano scendono in piazza per chiedere il rilascio dei migranti detenuti ingiustamente in El Salvador

Migliaia di manifestanti hanno protestato contro la deportazione forzata di migranti venezuelani dagli Stati Uniti a El Salvador condotta in base all'Alien Enemies Act, una legge del 1798 che consente la detenzione o espulsione di cittadini di paesi considerati "ostili" in tempi di guerra o emergenza nazionale. I manifestanti hanno denunciato arresti illegittimi basati su accuse infondate di affiliazione a gruppi criminali
Cittadine e cittadini venezuelani sono scesi in piazza per opporsi alle deportazioni attuate dagli Stati Uniti verso El Salvador, eredità delle politiche repressive dell’era Trump che continuano a criminalizzare persone innocenti. Il governo venezuelano di Maduro ha chiesto il rimpatrio immediato delle persone detenute, denunciando le gravi violazioni del diritto processuale e le accuse senza fondamento promosse dalle autorità statunitensi per l'immigrazione (ICE).

Il 18 marzo, migliaia di manifestanti hanno marciato per le strade di Caracas per denunciare le deportazioni e detenzioni arbitrarie di migranti venezuelani, trasferiti dagli Stati Uniti a El Salvador. 

Le famiglie delle persone detenute hanno respinto con fermezza il tentativo della loro criminalizzazione da parte dell’amministrazione Trump, che ha tentato di associarli a presunte affiliazioni con organizzazioni criminali. Numerosi familiari hanno testimoniato pubblicamente per contrastare la narrativa ufficiale della Casa Bianca.

"È stato arrestato il 14 febbraio solo perché aveva dei tatuaggi. Lo hanno accusato di essere affiliato all'organizzazione criminale Tren de Aragua. Non ha precedenti penali ed è stato messo in isolamento dopo essere risultato positivo alla tubercolosi. Chiedo giustizia e che il governo ci sostenga", ha dichiarato José Medina, padre di Edgardo José Medina, uno dei venezuelani deportati.

Il governo venezuelano, guidato da Nicolás Maduro, ha condannato l'ordine esecutivo che ha dato il via alla repressione dei migranti venezuelani sotto l’amministrazione Trump, annunciando  l'intenzione di attivarsi per il loro ritorno in patria.

"Questa è un'aggressione contro l’intero popolo venezuelano. I nostri migranti non sono terroristi," ha affermato Maduro. "Il Venezuela è pronto a denunciare queste gravi violazioni dei diritti umani contro i nostri lavoratori migranti, persone degne e coraggiose, che cercano un futuro migliore negli Stati Uniti."

Per giustificare le deportazioni accelerate di cittadini venezuelani, Washington ha invocato l'Alien Enemies Act del XVIII secolo per espellere con la forza 238 migranti venezuelani verso El Salvador, cosa facilitata da un precedente accordo firmato con il governo di Nayib Bukele. Tale legge consente l'espulsione di qualsiasi venezuelano di età superiore ai 14 anni, qualora venga etichettato come membro di un'organizzazione criminale. Il New York Times ha inoltre segnalato che gli avvocati dell'amministrazione Trump ritengono che la legge consenta anche agli agenti federali di entrare nelle case senza un mandato.

Washington ha deciso di trasferire i migranti venezuelani in paesi terzi dopo che Caracas ha smesso di accettare voli a seguito di una recente escalation di misure coercitive unilaterali contro il Venezuela. Il Segretario di Stato statunitense Marco Rubio ha minacciato l'imposizione di nuove sanzioni punitive contro il Paese caraibico se il governo venezuelano non avesse ripreso ad accettare i voli di rimpatrio.  

Nel corso dei procedimenti giudiziari, l'amministrazione Trump ha ammesso di non disporre di una valutazione accurata delle persone deportate sulla base dell'Alien Enemies Act. Molti dei deportati, infatti, non avevano precedenti penali negli Stati Uniti.  

In una dichiarazione rilasciata ai tribunali, Robert Cerna, direttore ad interim dell'ICE, ha sostenuto che l'agenzia avrebbe "esaminato attentamente ogni singolo individuo per accertarne l'effettiva appartenenza" all'organizzazione criminale Tren de Aragua. Cerna ha in particolare negato le accuse secondo cui l'ICE si sarebbe basata su tatuaggi, post sui social media o fotografie con gesti associabili a bande criminali. Tuttavia, queste affermazioni entrano in netto contrasto con le testimonianze raccolte da familiari e avvocati delle persone deportate.

"È stato arrestato durante un'operazione dell'ICE. Solo perché aveva dei tatuaggi, l'hanno trattenuto in un centro di detenzione nella Valle del Rio Grande", ha dichiarato María José Flores durante la manifestazione di martedì, riferendosi a suo fratello, uno dei migranti venezuelani deportati in El Salvador.

Diverse famiglie di migranti venezuelani hanno lanciato un appello diretto al presidente Nayib Bukele, il cui governo riceve fondi statunitensi per trattenere migranti espulsi, chiedendo la liberazione immediata dei propri cari.

Al loro arrivo in El Salvador, le autorità hanno diffuso un video che documenta i migranti venezuelani sottoposti a trattamenti degradanti e coercitivi. L'organizzazione salvadoregna per i diritti umani Socorro Juridico Humanitario riferisce che oltre 300 persone sono morte nelle stesse carceri dove ora si trovano detenuti i cittadini venezuelani espulsi dagli Stati Uniti.

Il governo del Venezuela ha chiesto il rimpatrio immediato di oltre 200 migranti, sottolineando che a queste persone è stato negato il diritto a un processo equo e che sono state impropriamente etichettate come membri dell'organizzazione criminale Tren de Aragua. 

Il presidente Nicolás Maduro ha annunciato mercoledì la ripresa dei voli di rimpatrio verso il Venezuela. Giovedì mattina, un gruppo di circa 300 migranti venezuelani è atterrato con un volo proveniente dal Messico. Si tratta del quarto volo di rimpatrio organizzato dal mese di febbraio. 

Parallelamente, il governo venezuelano ha avviato una raccolta firme a livello nazionale per esprimere solidarietà ai propri cittadini e difendere i diritti umani dei migranti. Le autorità hanno dichiarato che le firme raccolte saranno utilizzate per rafforzare la posizione del Venezuela presso le organizzazioni multilaterali.

La deportazione forzata dei migranti venezuelani verso El Salvador ha generato forti reazioni anche all'interno degli Stati Uniti. Il giudice federale James Boasberg ha emesso un ordine restrittivo temporaneo di 14 giorni per valutare la legittimità costituzionale dell'Alien Enemies Act, ma non prima che gli Stati Uniti inviassero il primo gruppo in El Salvador, in una palese violazione della sua sentenza.

Foto: Wilmer Errades, Últimas Noticias via Venezuelanalysis

Available in
EnglishSpanishPortuguese (Brazil)GermanFrenchItalian (Standard)Arabic
Author
José Luis Granados Ceja
Translators
Andjela Martinovic, Simone Vanni and ProZ Pro Bono
Date
23.04.2025
Source
VenezuelanalysisOriginal article🔗
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